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Un primo cantiere per l’Altra Europa

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Un primo cantiere per l’Altra Europa

Il primo cantiere che vi propongo è alla base di tutto: vivere e lavorare insieme per la prosperità di tutti, nella giustizia e la gioia di partecipare alle decisioni pubbliche.

Quasi l’80% della legislazione introdotta negli Stati dell’Unione europea proviene da direttive approvate a livello europeo. Eppure, l’Europa attuale non ha creato la coscienza che 500 milioni di europei vivono e lavorano insieme nell’interesse comune. Anzi, l’Europa è percepita come un attore esterno, aggressivo, sotto il dominio degli Stati più forti e dei gruppi economici più potenti. Dopo più di mezzo secolo d’integrazione economica (mercato unico, “moneta comune”....) l’Europa è “fratturata” da vecchie e nuove divisioni:

1. la divisione tra i ceti sociali ricchi e quelli poveri. I primi sempre più arricchiti, i secondi sempre più numerosi e impoveriti. Oggi un operaio della Fiat deve lavorare mediamente 117 anni per guadagnare quanto incassa l'amministratore delegato Marchionne. L'ineguaglianza economica attraversa gli Stati, le regioni, le città, le campagne, ed è strettamente legata allo smantellamento dello Stato sociale e alla grande disoccupazione che macera decine di milioni di giovani, di adulti e di famiglie. L’impoverimento è altresì il prodotto di scelte elitarie e ingiuste di un sistema politico-istituzionale europeo tecnocratico e autoritario. Costruire “più Europa giusta” eliminando l’Europa ingiusta e ineguale che impoverisce 120 milioni di europei è il problema n° 1 delle attuali elezioni europee.

2. La divisione tra l’Europa dei paesi potenti che decidono (esempio la Germania) con l’appoggio dei poteri forti occidentali (Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale, mercati finanziari, grandi gruppi economici privati sovranazionali) e quella dei piccoli paesi, marginali (caso dell’Irlanda obbligata, alcuni anni or sono, a ri-votare perché non aveva votato “bene”). Costruire “più Europa democratica”, nella quale la sovranità appartiene ai cittadini non solo sulla carta è il corollario necessario di “più Europa giusta”.

3. La divisione tra l’Europa dell’Unione europea (frammentata, a sua volta, tra “Euroland” e Stati “non Euro”, l’Europa della zona Schengen e quelli “non Schengen”, l’Europa del “patto sociale” e quelli non aderenti), l’Europa della Banca Centrale Europea, istituzione politicamente indipendente dalle istituzioni dell’UE, l’Europa militare inquadrata nella e dalla NATO, l’Europa del Consiglio d’Europa (inclusiva dell’Ucraina e della Bielorussia), per non parlare dell’Unione per il Mediterraneo. ”Più Europa unita nella fraternità” costituisce l’indispensabile baluardo contro i cinismi corporativisti delle oligarchie che giocano sui sentimenti nazionali per conservare i loro privilegi in barba ai popoli.

Di fronte a questa situazione, il nuovo Parlamento Europeo avrà il compito di ripensare l'intero processo di costruzione dell'Europa unita e di operare come una vera e propria Assemblea Costituente.


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